lunedì 18 febbraio 2013

Il 24 febbraio si vota: istruzioni per l'uso


Avvertenze: un voto somministrato in maniera errata puo' causare effetti collaterali anche gravissimi.
 
Gent. elettore, cara elettrice;
domenica si vota per rinnovare il parlamento italiano. Per quanto inutile e retorico possa apparire questo rito, ti assicuro che non lo è. E' un momento ALTO, Lo si capisce da quando l'ufficiale preposto ti consegna la nomina a Presidente di seggio; lo avverti quando entri nella tua sezione ed un ragazzo magari giovanissimo si sforza di darsi un contegno serio. E', nei fatti, la liturgia sociale più importante; è quanto di meglio la società umana abbia elaborato alla ricerca di valori universali e scelte autenticamente condivise. E poco importa se alla prova dei fatti sia stato svilito, per grandi versi piegato, alle logiche della corruzione e del clientelismo; è sentiero obbligato di civiltà... La partecipazione è importante, perché gli stessi freddi dati statistici che la rappresentantano, raccontano attraversano le percentuali quanto, in realtà, la società sia evoluta e partecipata. Stabilito questo, per chi votare?
La questione è annosa, e va affrontata con la ragione e con il cuore, come tutte le cose importanti.
La mia impressione è che, in questa campagna elettorale, non siano state le cose da fare il vero tema, ma l'attendibilità di chi le rappresenta. E' finito cioè, il grande dibattito sui temi del lavoro, della società, sulla maniera stessa di vedere e rappresentare la realtà. E' cominciata invece una battaglia sulla CREDIBILITA' di chi vuole davvero riformare il sistema, rendendolo più giusto, equo, condivisibile.
Sul Pdl, e Berlusconi, non commento. Parafrasando Nanni Moretti, "chi vuol capire, ha capito", e se avete deciso di votare chi per ottenere consenso vi regalerebbe frattaglie di ulteriore illegalità sotto forma di condono, amnistie e quant'altro, non ho nulla da dirvi; contenti voi. Siete alla stregua di quei carcerati di cui narrava Dostoevskij, che solo per rimandare una punizione commettevano un crimine anche peggiore; sappiate che, presto o tardi, il fio si dovra scontare.
Più articolato il discorso su chi guarda con favore a Monti. Il professore ha preso le redini del'Italia in un momento oggettivamente difficilissimo, ed ha avuto il merito di restituirci credibilità sia istituzionale che economica; ma con quali mezzi? Ha riformato le pensioni senza ledere in alcun modo i privilegati, ha varato l'Imu lasciano esenti fondazioni bancarie e patrimoni ecclesiastici, ha aumentato il carico fiscale a pioggia, dimenticando (...) la parola equità; ha caricato di ulteriori accise la benzina, gravando nello stesso modo sui camion che trasportano diamanti come su quelli carichi di pane. Non ha neppure sfiorato le cause "strutturali" del nostro declino come i vulnus su informazione e legalità, e nulla ha fatto per tagliare i costi della politica, valorizzare le concessioni pubbliche, promuovere la meritocrazia, liberalizzare; quante volte ha annunciato questi provvedimenti? Gli è venuto piu' naturale spendere il prestigio accumulato per una nuova candidatura, dopo averne negato l'intenzione a oltranza. Il sodalizio con politici navigati come Casini e Fini, le foto diffuse sui media con i nipotini e con il cagnolino, ne sentenziano il passaggio irrimediabile da tecnico a politico; cosa è ragionevole sperare faccia di meglio e di diverso dopo questo percorso? Nulla.
E veniamo al "nuovo", la lista "Rivoluzione civile " di Ingroia, De Magistris, e perché no, Favia. Posto che l'ex magistrato palermitano ha tutto il diritto di candidarsi, la mia prima perplessità riguarda il valore della sua scelta. Perché se l'ingresso in politica deve essere considerato come un "servizio" alla società, allora è naturale ritenere che avrebbe dovuto mantenere il suo ruolo di magistrato di frontiera. Quanto era importante la sua presenza in una regione sostanzialmente controllata dalla criminalità? E veramente qualcuno pensa che sia più utile al paese nei panni di politico? Tanto più che il suo compagno di viaggio De Magistris ha abbandonato l'impegno da europarlamentare per fare il sindaco di Napoli, ed ha seguito un percorso più vicino alla continuità nella gestione della res publica, che alla rivoluzione; prova ne siano le accuse del suo ex assessore al bilancio, e la situazione attuale della citta di Napoli. E lo stesso Favia, capolista in Emilia, ha tradito il suo impegno da assessore e la promessa di non superare gli 8 anni in politica. Non vedo in queste storie che si assomigliano molto di civile, e nulla di rivoluzionario; solo carriere politiche come tante altre.
Il partito che sembra godere dei maggiori consensi, a parer dei sondaggisti, è il Pd. Devo ammettere che ne sono particolarmente impressionato: nel mezzo della crisi economica, sociale, morale, più spaventosa del dopoguerra, come è possibile che un partito che non ha preso un solo, singolo, impegno per un cambiamento significativo, risulti il più votato? Vi sono tanti "nostalgici", un ampio bacino di "coop rosse" a supporto, ma quali sono le motivazioni di tutti gli altri? Provo a decifrarle.
Io credo che l'elettore del Pd sia ancora immerso in un sogno ancestrale, in cui si identifica come alternativo, diverso, perfino di sinistra, dimentico di tutti i fatti che, inequivocabilmente, hanno soppiantato questo assioma. Il suo gruppo e' strutturato come tutti gli altri partiti; la sua maniera di stare in parlamento negli ultimi venti anni ha un nome ben preciso: consociativismo, sfociato addirittura in una allenza con Berlusconi sotto la guida di Monti. Quando ha avuto responsabilità di governo, ha seguito percorsi per nulla alternativi al berlusconismo, avallando i monopoli televisivi, i privilegi della casta, la paralisi della giustizia; o qualcuno vuole sostenere che Mastella fosse l'uomo giusto per far funzionare i tribunali? Bersani non è il peggior leader del mondo. E' l'unico che ha tentato una parvenza di liberalizzazioni (vedi costi su ricariche telefoniche), e spesso dice cose ragionevoli, ma non è credibile, e non può esserlo. Appartiene ad un partito la cui lista di indagati è impressionate, e che ha un'organizzazione cui è stata data solo una parvenza di trasparenza, cancellando i nomi più impresentabili, senza stravolgerne la struttura.
Per capire quello che farà il Pd nella prossima legislatura, è sufficiente guardare quello che ha votato negli ultimi anni su province, stipendi, pensioni, rimborsi elettorali, reato di abuso d'ufficio, scudo fiscale; pensare che possa fare qualcosa di diverso, amico elettore, è dormire ad occhi aperti. C'è bisogno di un indovino per capire quello che sarà rivelato su Monte Paschi di Siena un minuto dopo la fine delle votazioni? E davvero una mente pensante può ancora accettare l'idea di una diversità morale del Pd? Se di questo si vuole restare convinti, vale anche qui la sentenza di Moretti.
In questo percorso di apparente pubblicita subliminale, resta solo il M5S. Grillo ha molti torti, ed il suo programma un grande limite (l'omissis sulla giustizia); ciononostante, rappresenta una grande speranza. Perché il mantra del cittadino incensurato e informato al servizio del paese a tempo determinato, è il cuore del messaggio sulla questione morale che costringe i partiti, volenti o nolenti, ad avviare, o almeno simulare, un impegno in tal senso. L'assoluta integrità dei candidati, fatto acclarato e scontato negli altri paesi del mondo occidentale, qui è una battaglia di civiltà appena iniziata, e si deve ringraziare la crisi economica se, finalmente, il cittadino italiano se ne sta facendo carico.
Ci saranno dei nuovi casi Favia; qualcuno si farà corrompere, circuire; altri non resisteranno ad attacchi personali e pubblici che la vecchia nomenclatura gli scaglierà addosso Ciononostante, molti sconosciuti cittadini siederanno nelle Istituzioni e tuteleranno i nostri interessi. Il voto è un'occasione di reale cambiamento; pare chiaro che ne abbiamo, tutti, davvero bisogno. Pensare che chi ha costruito e tutt'ora specula e prospera su di un sistema indecente possa davvero cambiarlo, è soltanto follia.

"Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo" E. Montale