sabato 1 settembre 2012

Benigni e la discesa negli inferi



 
 
Che simpatia e che calore, il personaggio Benigni. Da Berlinguer in poi, l'abbraccio e' diventato il suo marchio di fabbrica. E la satira? Irriverente, grottesca,irresistibile; anche pirandelliana, a suo modo, foriera di riflessione e mai fine a se' stessa. Questo folletto giocoso era amatissimo dal pubblico, molto meno dall'establishment, perche' difficilmente controllabile e prevedibile. Un toscano verace, un po' matto un po' geniale, dall'umorismo travolgente , che trasudava un senso di liberta' raro negli artisti, destinato pero' ad affievolirsi prima, e perdersi poi.
Il primo scricchiolio affiora proprio nel  film simbolo del momento di piu' alta  popolarita' , "La vita e' bella". Forse perchè destinato anche al pubblico statunitense, o forse perchè “pensato” per la partecipazione agli Oscar, sta di fatto che il regista decide di forzare la storia (quella vera) e di far liberare il campo di Auschwitz dagli angloamericani piuttosto che, come realmente accadde, dall’Armata Rossa
Un peccato veniale? Un sopruso alle verita' storiche fatto per motivi commerciali?
Giudicate voi.
Benigni da qui in poi disegna una parabola gia' vista, una progressiva perdita di creativita', degli aspetti satirici di denuncia, ed un progressivo avvicinamento ai "poteri forti", con cui passa da rapporti di diffidenza a veri e propri connubi. Il pubblico lo percepisce e , progressivamente ,lo abbandona. Storica e' la ripetizione del gesto del "prendere in braccio" fatto con Mastella. Quest'ultimo , vicende giudiziarie a parte, e' il campione del clientelismo e , dalla mastodontica villa di Ceppaloni, racconta sereno di dispensare favori e privilegi al suo corpo elettorale. Prescindendo dalla banalita' del siparietto, e' lecito porsi una domanda: - E' legittimo che Benigni usi la sua popolarita' per avvicinare chiunque ai favori del pubblico ? Sicuramente, ne fa' un uso perlomeno distorto.
Vi e poi lo scandalo di Sanremo 2011 e del relativo , sontuosissimo,chachet ; l'artista annuncia che sara' completamente devoluto in beneficenza all'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, le polemiche si placano. Un piccolo particolare, il gesto annunciato non e' mai stato compiuto, e' lo stesso direttore dell'istituto a raccontarlo. Ma ,ormai, chi se lo ricorda piu'?
E' cronaca di questi giorni la polemica che ha investito la sua partecipazione alla festa dell'Unita', in soccorso a Bersani in palese crisi di popolarita'. Sia chiaro, da subito, che e' lecito per un artista esporsi a favore di una paritito o di una causa politica, purche' questo sia fatto senza scopo di lucro. Il suo agente ha precisato che ha percepito il solo incasso della vendita dei biglietti dello spettacolo a margine; questo lo pone di fatto in un "limbo" che puo' essere diversamente giudicato. Da par mio , non ho dubbi. Lo metterei nell'ottavo cerchio dell'inferno di Dante, che sicuramente conosce molto bene; a chi e' riservato? E' quello che punisce i peccatori che usarono la malizia, in modo fraudolento, per ingannare chi si fida, chiaro no?

mercoledì 29 agosto 2012

Di Grillo e del grillismo


 
Vorrei dire qualcosa di equilibrato, di Grillo e del grillismo, con una importante annotazione a margine: io sto' dalla loro parte.
Non in maniera acritica o ideologica, ma assai pragmatica e calcolatrice; ma procediamo per ordine.
  
Al di sopra e oltre i problemi contingenti dello spread e dei fabbisogni di cassa, sono convinto che questo paese sia  "strutturalmente malato"; che vi sia cioe' una fitta rete di intrecci di forze colludenti che consente una sistematica elusione delle leggi dello stato, del mercato, della meritocrazia. Ne fanno parte sindacati, chiesa cattolica, giornalisti, corporazioni, grandi imprenditori, e , naturalmente, politici di ogni genere e grado. Questo ordine precostituito abbisogna di due elementi per crescere e prosperare: un'informazione pilotata, e una giustizia che non funziona. Grillo ha avuto il merito, e la forza, di raccontare questa verita' con i mezzi che ha  avuto a disposizione: i suoi spettacoli, il suo blog.
I media, checche' ne dicano, lo hanno oscurato finche' hanno potuto; fino a quando cioe', il loro silenzio e' diventato cosi' scandaloso da essere controproducente.
Ed allora, non potendolo piu' ignorare, hanno cercato di delegittimarlo, affibiandogli le etichette di "populista" , "giustizialista" , "qualunquista" , "paladino dell'antipolitica", tanto per citarne qualcuna. L'operazione e' fallita, soprafatta dall'esplosione della crisi, e dalle evidenti responsabilita' della classe dirigente tutta.
Tuttavia e' facilmente constatabile che all'interno del M5S vi siano componenti non avulse da queste accuse. E' da ritenersi come inevitabile pero' che  il giusto sentimento d'indignazione, non trovando cittadinanza alcuna da tempo immore, sia assunto facilmente ,nell'anonimato del web ,a espressioni poco felici o esecrabili. In questo senso Grillo ha una funzione sicuramente "democratica",quasi conservativa; tiene cioe' entro gli schemi, milioni di arrabbiati che, in potenza, potrebbero diventare extraparlamentari e violenti.
Alcune delle critiche che riguardano il movimento si basano sulla poca "democraticita' " delle scelte, e sul reale ruolo del "socio invisibile", la Casaleggio Associati. Quest'ultima ha sicuramente  un peso rilevante   nella comunicazione, nelle linee politiche e organizzative del M5S; il fatto che agisca nell'ombra e che  Grillo non ne circostanzi chiaramente l'importante ruolo rappresenta sicuramente una criticita' e un limite. Diverso il discorso sulla condivisione delle scelte; il programma e le sue linee generali sono oggetto di discussione continua sul blog e nel forum del movimento , aperto a tutti; all'interno di queste, e' lecito aspettarsi un "decisionismo" pragmatico, almeno finche' non siano operativi meccanismi condivisi di deliberazione.  Come  organizzare un movimento appena nato, che rifiuta ogni finanziamento pubblico,  riuscendo a dare rappresentivita' a tutti ?
Lo stesso Grillo , piu' volte, tenta di uscire dall'"infantilismo democratico" del nostro paese, cioe' dall'aspettativa che un uomo o un partito , da soli, possano "mettere le cose a posto". Ripetutamente ha parlato di "responsabilita' dei cittadini" nella gestione della cosa pubblica; ha incoraggiato i parmensi a non lasciare solo il sindaco, e a non pensare che la "cacciata" dei politici tradizionali significhi,   automaticamente, la soluzione di ogni problema. In buona sostanza, Grillo non rappresenta, di per se', la determinazione di nulla. E' la traccia di una strada alternativa percorribile; e', finalmente, un diverso modo di proppore i temi dell'energia,dei rifiuti, della gestione e l'amministrazione degli interessi collettivi.
 Paradossalmente, il giorno che il M5S raggiungesse la maggioranza, potrebbe sciogliersi, avendo esaurito il suo compito primario, quello di portare i cittadini dentro le istituzioni, attenti e partecipi delle decisioni prese e non piu' succubi.
Di fronte ai partiti tradizionali, che propongono i candidati in base alle clientele, alle logiche di segreteria, agli interessi settari, questa e' una visione non solo avanti anni luce; e' una visione migliore, che pone la qualita' della vita , e non la crescita del pil,al centro dell'attenzione . Grillo cerca di trasferire in Italia cio' che altrove viene ritenuto naturale; la collettivita' delle scelte, il rispetto delle regole.
 Le proposte che fa', in fondo, sono ispirate a quelle adottate nelle  socialdemocrazie scandinave compiute; non ai marziani, come qualcuno cerca di far passare.E' condivisibile che i pregiudicati debbano stare fuori dalle istituzioni? Che l'informazione televisiva debba essere gestita da piu' soggetti, indipendenti dal governo? Che la carta stampata non viva di finanziamenti statali? Che la militanza parlamentare debba avere un limite? Che gli esiti dei referendum siano rispettati? Nel merito, i partiti tradizionali non rispondono, ma si limitano a pontificare riguardo "derive populiste", e ad attaccare le modalita' del linguaggio di chi le propone. 
Io constatato che i post del blog sono molto "coloriti", satirici, irriverenti, ma non molto di piu'. I linguaggi violenti sono quelli di altri, che abbiamo spesso ascoltato senza censura alcuna: Ferrara , Sgarbi, Bossi , Belusconi , solo per citarne alcuni.Si contesta anche il sistematico rifiuto del contradditorio televisivo; peccato che questo sia quasi sempre ridotto a finta rissa, strillata, e con le bugie piu' abiette  tollerate con noncuranza dai moderatori che dovrebbero smascherarle.Vi partecipano professionisti della politica, abituati e usi al confronto dialettico come esercizio a se' stante. In buona sostanza, Grillo e' in buona fede, ed accettare un confronto con chi non lo e' sarebbe del tutto inutile. Bene fa' a sottrarsi a questo schifo mediatico.
In fondo al ragionamento, c'e' il fattore umano.
Ho molto chiaro il perche' Berlusconi o D'Alema non potranno mai rappresentare le mie aspirazioni; li ho visti in azione. Il loro becero consociativismo ,sempre negato ,e' alfine esploso per la necessita' di un alleanza reciprocamente conservativa, che si ostinano a negare. Di Grillo non riesco a vedere nulla, se non la sua buona fede, i suoi limiti,  il suo onesto desiderio di cambiamento. Vero' e' che la sua popolarita' e aumentata a dismisura; vero altrettanto che avrebbe guadagnato di' piu' asservendosi al sistema e facendo pubblicita' ai formaggini, senza correre alcun rischio.  Le sue stesse condivise regole , ne precludono l'accesso a qualsioviglia carica pubblica, essendo stato condannato per omicidio colposo, a seguito di incidente stradale. La mia non e' una fiducia in bianco, ne' a lui, ne' ai candidati del M5S; e' un apertura di credito, avulsa da ogni settarismo, e guidata dall'unica vera stella polare di ogni elettore: la ricerca di candidati che ne facciano gli interessi.

 
 
 
 
 
 

lunedì 27 agosto 2012

Lettera ad un elettore del Pd



Gentile elettore del pd, scrivo a te e non a Bersani per una grossa differenza che vi divide; tu sei in buona fede.
Ed e' per questo che ti chiedo di ragionare onestamente, senza  preconcetti ideologici, e usando solo la testa. Innanzitutto, penso di non poter essere chiamato spergiuro se affermo che il  Pd non ha un programma, ma solo un elenco di buone intenzioni ,elencate sul sito  ; sui singoli punti si ascoltano diverse affermazioni, spesso dissimili, altre volte persino antitetiche. Neppure le delibere autoimposte nello statuto hanno valore alcuno; quelle riguardanti il ricambio della classe dirigente e le primarie per la scelta dei candidati, per esempio,  sono state disattese tranquillamente senza provocare eccessivi  imbarazzi .
 Ti ricordi il grido disperato di  Moretti?: -"Con questa classe dirigente non vinceremo mai!"; sono passati gia' piu' di 10 anni . Sul palco c'erano Rutelli, Bindi, D'Alema, Fassino; gli stessi di oggi. Forse apprezzi questi dirigenti, magari  li stimi, ti fanno simpatia; non potrai pero' negare il mancato ricambio generazionale. Non sono i valori della sinistra ,che sto mettendo in discussione; e' l'onesta intellettuale, e le capacita', di chi negli ultimi 15 anni ha preteso  di rappresentarli.  Entrando nel merito, vorrei mettere i puntini sulle "i" riguardo i percorsi ,individuali e collettivi, che hanno caratterizzato questo periodo; ci potrebbe essere di aiuto.
 In primis, penso al conflitto di interessi, che ha generato una situazione di controllo dei media democraticamente anomala e  a tutt'oggi perdurante. Piu' della legge salva-rete4 di D'Alema, sono le dichiarazioni di Violante in parlamento che possono far luce sul reale atteggiamento del Pd :- "B. sa' che gli demmo garanzia piena sulle televisioni...".Questa semplice frase rivela il consociativismo gia' dilagante, incompatibile con l'antagonismo  polemico che i media ci vogliono raccontare. Nell'ultimo governo B. , il 34% dei provvedimenti e' passato per l'assenza di deputati dell'opposizione, scudo fiscale compreso.  
 C'e' poi la questione della laicita' dello stato, cui il tuo partito sembra non assegnare dignita' alcuna : nella  riforma    Berlinguer , togliendo risorse alle scuole pubbliche per trasferirle a quelle cattoliche; nei privilegi fiscali , accettandoli passivamente;  nell'esenzione imu , votandola. A riguardo vi sono poi una serie di temi etici come l'eutansia, i pacs, le cure staminali, la fecondazione assistita; qualunque sia la tua posizione in merito, non credo che tu ti possa sentire rappresentato da chi  una posizione in merito, non c'e' l'ha; in questo (fa' male lo so) B. , nella sua ottusa accondiscendenza, ha dimostrato piu' coerenza.
 
Sul tema del lavoro ne condividi l'operato? Pensi che le riforme degli ultimi anni siano state piu' vicine  ai lavoratori che alla grande speculazione? Sei favorevole alla riforma Fornero del mercato del lavoro, ultimo tassello di un percorso che ha portato i lavoratori italiani ad essere tra i meno tutelati in europa ? Il tuo partito, si;i lavoratori, magari un po' meno, tu , onestamente, puoi dirti soddisfatto? 
 
E arriviamo al punto che piu' mi interessa; la differenza tra difendere interessi legittimi in buona fede e farsi gli affari propri con i soldi degli altri.
 Per i privilegi della casta, vorrei limitarmi ad elencare solo alcune delle leggi avallate con i voti Pd: mancata abolizione province ; rimborso elettorale completi ai partiti  anche con interruzione anticipata della legislatura ; diritto alla pensione anche per 3 giorni da deputato ; divieto di doppi e tripli stipendi ; fino qui, si tratta di furti legalizzati; ora vorrei confrontarmi su quelli ancora perseguibili.
 Forse ti sara' sfuggito, ma la base dell'attuale boom di reati dei colletti bianchi  nasce tra il ''98 e il 2000  con le riforme sull'abuso di ufficio e sui reati finanziari ,presentate e votate dalla sinistra.
Successivamente, le posizioni sulla giustizia si sono avvicinate sempre  di piu a quelle di B., fino a colludere totalmente, tanto che oggi si chiede "rispetto" per gli indagati, i rinviati a giudizio, i pregiudicati, centinaia di persone che mantengono tranquillamente il proprio ruolo; l'elenco completo,  e' impressionante.
E' qui, che il Pd perde ogni legame con la politica intesa come impegno onorevole; qui che ti chiedo un momento di riflessione: la classe dirigente rappresenta, per definizione, il meglio che un paese possa offrire; quando fatti, anche non perseguibili penalmente, contraddicono questo postulato, l'allontanamento puo' non  diventare un evento logico e irrinunciabile ? E' tollerabile che rinviati a giudizio non vengano dimissionati? E questa deriva a quali conseguenze conduce?
 
Dove stiamo andando ce le raccontano le classifiche sulla corruzione e l'attuale situazione economica.
Contrapposta a queste semplici verita' spesso leggo un'obiezione: Il partito ha fatto quello che ha potuto, e gli altri sono sicuramente peggio.
Su gli altri meglio o peggio sorvolo, rispettando qualunque opinione; sulla prima, mi farebbe piacere considerassi che il Pd, in  questi anni, ha fatto semplicemente quello che HA VOLUTO. Il percorso e' fatto di scelte, bivi, precipizi, che tu , con il tuo voto, hai contributo ad indicare. Questo partito in Francia, in Germania, in Gb, NON SAREBBE DURATO UNA SETTIMANA.  Questo perche', al primo Penati qualunque indagato che fosse rimasto al suo posto, gli elettori avrebbero risposto abbandonandolo in massa  alle prime elezioni ; qui no.
 Il Pd e' cosi perche' tale i suoi elettori gli permettono di essere; usufruisce di un pacchetto di voti sostanzioso fatto da  nostalgici che si informano solo sui raitre e sull'Unita'; da una struttura economica di cooperative atta a reclutare consenso clientelare, e da tanti altri che, forse, qualche dubbio ora se lo stanno ponendo.
Non so' quanto di quello scritto ti arrivera', caro elettore del Pd; molto sara' dipeso dalla capacita' di spazzare via veli  ideologici e settarismi di parte; se sei riuscito a fare questo   ,forse ti riuscira' facile scrivere a Bersani, dicendogli che applicare le delibere dello statuto e allontanare i pregiudicati dalle istituzioni e' condizione minima perche' tu lo possa votare; questo e' l'unico sistema per non essere piu' complice di un partito che e', semplicemente,  dedito all'esercizio del potere; che senso ha continuare a dargli forza?
 
« La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico. »     E. Berlinguer  1981