sabato 14 luglio 2012

Demagogia giustizialista e indulgenza plenaria




Quando si parla di giustizia, in italia, se solo volessimo credere ai dibattiti televisivi, due grandi (...) scuole di pensiero  paiono affrontarsi: i giustizialisti ( demagoghi) e i "garantisti". Se cosi fosse, e non lo e', io sto con i giustizialisti, sia messo a verbale.
Lo stato di diritto e' condizione necessaria e non sufficiente al vivere civile, ed il funzionamento della giustizia di oggi non lo consente. Vero e' che la nostra cultura cattolica-perdonista ci spinge verso pene miti e indulgenze plenarie, intervallate da condoni e quant'altro; vero altrettanto che siamo arrivati ad un punto di sostanziale impunita' per chi puo' permettersi principi del foro.
Comunque la si pensi delinquere oggi, in Italia, e' sicuramente vantaggioso dal punto di vista strettamente statistico, specie se si tratti di crimine finanziario o comunque non-violento. Constatato questo, quale la soluzione?
 Negli ultimi 15 anni abbiamo assistito ad un progressivo abbassamento dei tempi di prescrizione, con il risultato, scientemente calcolato, che imputati di ogni sorta abbiano usato ogni possibile stratagemma atto all'allungamento del processo, rallentando un iter gia' di per se tortuoso e complesso. Il risultato? Una sostanziale paralisi, ampiamente prevista. Appare pacifico che vadano ripristinati i limti antecedenti all'ultima riforma del 2005. Detto questo, c'e' un altra italica anomalia che esige radicale modifica.
 In GB e negli USA oltre il 90% dei processi non si svolge, giacche' e' consentito alle parti accordarsi preventivamente; questo consente uno sconto di pena fino al 30%: prassi assai utile alla tempistica, meno agli avvocati (in Italia sono in numero record). L'appello del processo, ovviamente, e' consentito solo in caso di nuove, decisive prove, che avrebbero influito sul primo processo se presenti. In Italia e' consentito agli imputati patteggiare, godere dei benefici dello sconto di pena e...fare ricorso contro il proprio pattaggiamento, a prescindere dall'esistenza o meno di ulteriori elementi utili alle indagini.

In questo contesto, e' evidente che ci vorrebbero il triplo dei giudici, ed il quadruplo dei soldi, per avere una giustizia efficente. Si tratta quindi, in buona sostanza, semplicemente di applicare procedure ampiamente sperimentate in altri paesi, che nessuno, fuori dall'Italia, si sognerebbe di chiamare giustizialiste. Far funzionare la giustizia , detta cosi, sembra semplice; lo e', basta averne la volonta', quella che manca ai nostri simpatici dipendenti.


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